Mi chiamo Laura Cervone e lavoro come una psicologa-psicoterapeuta da ormai quasi 20 anni. Ho scelto questo mestiere perché sono sempre stata curiosa fin da giovane studentessa dell’essere umano, del suo modo di pensare, di agire, della sua storia… La persona nella sua totalità, con le sue fragilità, le sue debolezze, le sue inquietudini, spesso nascoste dietro a svariate maschere.
Così, dopo il Liceo, mi sono iscritta a Psicologia e ho cominciato questo lungo e faticoso viaggio alla “scoperta della mente umana”, che, ancora adesso, dopo 20 anni di esperienza, sto percorrendo e che credo non avrà mai fine: più progredisco in questo tortuoso viaggio, più mi rendo conto che arrivare alla conoscenza assoluta della mente umana è un’utopia, una meta impossibile per qualsiasi persona, medico o psicologo che sia.
L’acquisizione di tale consapevolezza mi ha permesso di divenire, nel tempo, un professionista più esperto, più attento alla propria preparazione e ai propri limiti, ma anche più umile ed empatico, pronto a mettersi in discussione, se necessario.
Ho lavorato per quasi otto anni per la Fondazione Ant-Italia Onlus, dove svolgevo attività di accompagnamento e di supporto ai malati oncologici in fase avanzata di malattia e ai loro familiari. È stata un’esperienza di crescita, sia umana che professionale, e di forte coinvolgimento emotivo. Ho imparato molto da queste persone, dalle loro storie e dai loro modi di affrontare la malattia e dai turbamenti emotivi che situazioni come queste comportano.
Dopo l’esperienza all’ANT, ho intrapreso una nuova sfida professionale, lavorando nella Casa Circondariale di Modena e di Piacenza come psicologa, dove ho incontrato storie umane diverse ma sempre accompagnate da intense emozioni, come paura, senso di fallimento e rabbia.
Adesso lavoro principalmente nelle scuole e mi occupo di adolescenti e pre-adolescenti alle prese con lo svolgimento dei compiti di sviluppo propri della loro età, e con tutte le difficoltà che questo comporta per loro e per loro famiglie.
Al di là del contesto d’intervento e di lavoro, ho capito che la prima cosa importante che un professionista deve possedere, oltre alla preparazione tecnica, è la curiosità per l’essere umano, per la sua storia, per il suo vissuto, indipendentemente dal luogo e dal tempo. È la curiosità che ci stimola ad andare avanti, a indagare, a volere davvero comprendere la persona che abbiamo di fronte con professionalità e grande umiltà. La curiosità ci rende professionisti creativi, liberi da dogmi e da categorie mentali, in grado di mettersi sullo stesso piano della persona che ci chiede aiuto, mantenendo però la consapevolezza e il rispetto etico del ruolo professionale che rappresentiamo.
“Lavoro creativo per entrambi, medico e paziente: costituito da una serie di atti reciproci di mutua esperienza, di comprensione e d'interpretazione (…)l’intera storia della vita interiore di un singolo…non è altro che lo svolgimento di un tema unico ma di per sé ineusaribile (….)”
Ludwing Binswanger
Viale Corassori 24 41124 Modena
ISCRA Scuola di specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale
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